Riflessioni sull' I.A. partendo dalla lettura del libro di Giulio Maira, passando per Maurizio Martucci, per il Gesù virtuale e finendo con Daniel Lumera.
le copertine dei libri del Prof. Maira e di Maurizio Martucci
Il Prof. Giulio Maira, uno dei massimi neurochirurghi a livello internazionale, per spiegare “questa macchina perfetta che è il nostro cervello, ha voluto omaggiarci con l’opera “IL CERVELLO È PIÙ GRANDE DEL CIELO” edito dalla casa editrice Solferino.
Il libro spiega in modo semplice, alla portata di tutti, il funzionamento del cervello e i misteri della mente che ancora non sono del tutto svelati, anche se le neuroscienze hanno fatto passi da gigante negli ultimi anni.
Il libro è diviso in capitoli che trattano diversi argomenti come ad esempio la mente, la creatività, la memoria, i sogni ecc… per arrivare al capitolo intitolato “Intelligenza Artificiale: fantascienza o realtà?”
Ed è qui che l’autore pone diversi interrogativi sull’uso e abuso dell’I.A.
Innanzi tutto dice che “secondo la legge di Moore, la potenza di calcolo dei computer raddoppia grosso modo ogni 18 mesi, e secondo questo calcolo nell’anno 2025 un computer come quelli che tutti abbiamo in casa disporrà della stessa capacità di calcolo del cervello umano, e nel 2045, se si confermerà lo stesso ritmo di crescita, avrà la stessa capacità di calcolo di tutta l’umanità messa insieme.” (pag. 277)
“Si ritiene che nel momento in cui l’IAG (intelligenza Artificiale Generale) supererà la soglia dell’IU (intelligenza umana), potrà subire un’accelerazione che la porterebbe in poco tempo alla superintelligenza, cioè a un’intelligenza che supera di molto le prestazioni cognitive degli esseri umani in quasi tutti i domini di interesse, compreso quello dell’apprendimento……..E queste macchine a loro volta, saranno in grado di progettare altre macchine ancora più intelligenti, lasciando l’intelligenza dell’uomo molto indietro. C’è la paura che la prima macchina ultraintelligente possa essere anche l’ultima invenzione che sarà permesso all’uomo di realizzare.” (pag. 283)
Nell’analisi di comparazione tra cervello e macchina, Maira sostiene che “…una cosa che nessun computer avrà mai è il buon senso, cioè l’insieme di tutti i big data cognitivi ed emozionali che ognuno…ha incamerato nel corso della sua vita….e che possiamo chiamare esperienza”. (pag. 289)
L’intelligenza artificiale si evolverà mai fino a raggiungere una consapevolezza di sé? (pag.292)
Avranno mai le macchine consapevolezza di cos’è la cultura? (pag.293).
È possibile che una macchina particolarmente complessa possa pervenire alla coscienza in senso umano e che la coscienza possa sorgere spontaneamente? (pag.294)
In un suo recente post sul suo profilo Facebook, il giornalista e scrittore Maurizio Martucci, autore del libro "Tecnouomo 2030 - teorie e tecnologie transumaniste per la mutazione della specie" ci segnala la parola dell’anno 2024 secondo il Dizionario di Oxford : “PUTREFAZIONE DEL CERVELLO PER COLPA DEL DIGITALE.”
“Il 2024 si sta chiudendo con una perla di saggezza dal Dizionario di Oxford: è cervello marcio, putrefatto, insomma l'effetto del marciume cerebrale da dipendenza social e inutili contenuti digitali, l'apoteosi della guerra cognitiva di quinta generazione, la parabola finale dell'intelligenza umana a favore di quella artificiale. Si legge da Oxford: "Brain rot" è definito come "il presunto deterioramento dello stato mentale o intellettuale di una persona, specialmente visto come il risultato di un consumo eccessivo di materiale ( in particolare contenuti online) considerato banale o poco stimolante. Il termine ha assunto un nuovo significato nell'era digitale, soprattutto negli ultimi 12 mesi. Inizialmente guadagnando popolarità sulle piattaforme dei social media, in particolare su TikTok tra le comunità Gen Z e Gen Alpha"
Nel giugno scorso, invitato al G7 che si tenne in Puglia, Papa Francesco parlò dell’intelligenza artificiale, chiedendo che “resti al servizio dell’uomo”. “Serve l’etica”, aggiunse il Pontefice.
Ma a Lucerna, nella Peterskapelle, ovvero la Cappella di San Pietro, la più antica chiesa cattolica della città svizzera, risalente al 12esimo secolo, hanno progettato un “cyber-Gesù”.
Infatti vi è stato un Boom di confessioni dove i fedeli hanno interagito con un avatar di Cristo creato con l’intelligenza artificiale. Il progetto chiamato ‘Deus in machina’ permetterebbe di dialogare con Gesù
Un avatar di “Gesù” su uno schermo di un computer – collocato in un confessionale – rispondeva alle domande dei visitatori su fede, moralità e difficoltà contemporanee, offrendo risposte basate sulle Scritture. i visitatori spesso uscivano commossi o riflessivi e trovavano facile interagire con l’intelligenza artificiale.
È stato davvero interessante vedere che le persone parlavano con lui in modo serio. Non venivano per scherzare,” ha detto il teologo della cappella Marco Schmid, promotore del progetto.
Kenneth Cukier, giornalista, autore ed esperto del gruppo non-profit statunitense “AI and Faith,” ha dichiarato che se “Gesù IA” aiuta le persone a connettersi più profondamente con se stesse e con il mondo, “non può che essere una cosa positiva.” “Porterà a individui migliori e a un mondo migliore,” ha detto. “Tuttavia – e c’è un grande però – questo sembra un po’ infantile e, perdonate il gioco di parole, meccanico.”
“Il rischio è che alla fine allontani le persone da ciò che è più significativo, profondo e autentico nella spiritualità,” ha detto Cukier, co-autore di “Big Data: una rivoluzione che trasformerà il modo in cui lavoriamo, viviamo e pensiamo”.
Ma chi riporta alla realtà, quella vera e non virtuale, è il biologo naturalista, è scrittore, docente e riferimento internazionale nell’ambito delle scienze del benessere e della qualità della vita, oltre alla pratica della meditazione e alle sue applicazioni nell’ambito della salute, Daniel Lumera.
“Se l’umanità vuole davvero superare guerre e ingiustizie, dovrebbe occuparsi e focalizzarsi totalmente sull’innalzamento del livello di consapevolezza di quante più persone possibili, anziché affidare il proprio destino alle soluzioni offerte dalla tecnologia.
Le scoperte tecnologiche, la digitalizzazione, l’intelligenza artificiale non possono risolvere i problemi fondamentali delle guerre, della fame, della crisi climatica, che prendono origine nell’animo umano e nella sua cupidigia.
L’unica vera soluzione è un risveglio massivo di coscienza che possa portarci a una nuova consapevolezza di noi stessi, della vita e della natura dell’Amore.
Per questo ritengo la via della consapevolezza è così importante, perché ci offre un’esperienza diretta di un livello superiore di consapevolezza attraverso un cammino pragmatico alla portata di tutti”
(mail di Daniel Lumera).
Meditate gente. Meditate
R.B.