“Sensibilità chimica multipla, cultura e delegittimazione: un'analisi femminista”1)
ricerca datata 1997 di Pamela Reed Gibson, introduzione a cura di Donatella Stocchi
Il movimento femminista si è evoluto in ogni paese ed epoca dall’Ottocento in poi con l’obiettivo di portare uguaglianza politica, economica, personale e sociale tra i sessi.
Dal quotidiano “Il Sole 24 Ore” del 10 maggio 2023 leggiamo: Diritti, in soli 14 Paesi le donne hanno la piena parità. E l’Italia non è tra questi. Su 190 paesi, 176 mantengono delle barriere legali nei confronti delle donne. 2)
Il dipartimento di Genere, Donne e Salute dell’Organizzazione Mondiale della Sanità da anni si occupa delle diseguaglianze di genere e delle ricadute in termine di accesso alle cure mediche per le donne. Infatti le donne subiscono vere e proprie gerarchie di “genere” occupando gradini inferiori non solo nell’accesso al cibo, all’educazione scolastica, alla retribuzione del lavoro ma anche per le cure mediche. Infatti già nel 1998 L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) aveva preso atto delle differenze tra i due sessi e inserito la medicina di genere nell’Equity Act con l’intento di promuovendola nei Paesi. 3) 4)
Recenti indagini in Europa 5), a seguito della pandemia da Covid19, hanno evidenziato che la salute non è un valore isolabile, dipende da fattori culturali, ambientali ed economici. Le donne e gli uomini si ammalano in modo diverso, ma gli studi medici e la farmacologia si basano unicamente su modelli maschili.
“Significa che sintomi e malattie particolarmente diffuse tra le donne sono sotto-diagnosticate, che le donne sono spesso assenti dai così detti clinical trials, che gli effetti collaterali più
comuni nella popolazione femminile vengono ignorati in fase di sperimentazione e diffusione delle terapie”.
Le donne, anche se godono di una maggiore aspettativa di vita, si ammalano più degli uomini, sono più soggette a patologie croniche e debilitanti, consumano più farmaci e finiscono dallo
psichiatra. Le ragioni derivano dal fatto che le donne sono “più colpite da condizioni socioeconomiche e psicosociali sfavorevoli” oltre alla differenza di fattori biologici e genetici, e la
tensione tra il lavoro e la famiglia colpisce pesantemente la salute fisica e mentale delle donne.
Perché “la medicina di genere non è medicina delle donne” come aveva già scritto Fulvia Signani psicologa e dirigente ASL a Ferrara e coordinatrice della Rete Città Sane dell’OMS nel suo libro del 2013 6).
Infatti aveva definito la medicina di genere come “un esempio di terza cultura, un ponte tra le due culture della medicina e delle scienze umane, un’interdisciplinarietà resa concreta e i cui contorni sono tutti ancora da esplorare”. Aveva continuato dicendo: “La medicina di genere ha la velleità di sensibilizzare in modo umanistico una disciplina che si considera scienza dell’uomo ma che rischia di farsi prendere dal tecnicismo, omettendo di valutare la persona con le sue specificità”.
Sempre Fulvia Signali nel corso di una intervista su Scienzainrete nel 2014 7) affermava che la ricerca clinica e pre-clinica aveva incontrato grande difficoltà nell’arruolare le donne nei clinical trials e nelle sperimentazioni rispetto agli uomini. Fino a pochi decenni fa si pensava che le donne fossero uguali agli uomini e quello che valeva per i maschi potesse essere adeguato anche per le femmine.
Poi si erano manifestate esperienze negative (es. somministrazione del Talidomide) che avevano sconsigliato di coinvolgere le donne nei trials di ricerca a causa delle differenze tra i sessi e le troppe variabilità nelle donne nel tempo, come la gravidanza, differenze ormonali e il ciclo mestruale.
Dall’altra parte le difficoltà non affrontate nelle sperimentazioni farmacologiche si traducono poi in effetti collaterali indesiderati al momento della somministrazione. L’aver trascurato le donne negli ambiti di ricerca è uno dei problemi importanti che vive la medicina quando accetta di applicare un approccio di genere.
La medicina di genere avrebbe dovuto mantenere l’obiettivo della capacità di diagnosi differenziale, come avrebbe dovuto superare un ulteriore ostacolo necessario verso una medicina personalizzata ed individuale e non standardizzata unicamente sul corpo maschile.
“Dalla raccolta dati si rileva che sono di più le donne che muoiono o hanno delle gravi situazioni per reazioni avverse ai farmaci, ma che non è un problema solo delle donne”.
La Sensibilità Chimica Multipla, patologia ambientale ostacolata da un forte negazionismo internazionale sanitario, sociale e politico va ad inserirsi in questo già complesso rapporto di genere.
Da studi statistici di ricerca, la percentuale delle donne colpite sarebbe superiore agli uomini e quindi potrebbe essere una delle molteplici patologie come la cefalea, che colpisce più le donne rispetto agli uomini. Ma in una curiosa ricerca recente 8) “Risposte comparabili a un’ampia gamma di stimoli olfattivi in donne e uomini” emerge che: “L'idea tradizionale che gli uomini siano meno sensibili agli odori rispetto alle donne potrebbe avere implicazioni a livello sociale. I preconcetti sui bisogni e i comportamenti di genere potrebbero contribuire alla probabilità che una persona cerchi aiuto per un problema medico percepito. Un'aspettativa di genere secondo cui gli uomini non dovrebbero essere sensibili agli odori potrebbe rendere gli uomini meno propensi delle donne ad affrontare i problemi legati alle sostanze odorose sul posto di lavoro e quindi a soffrire inutilmente. Questo potrebbe anche contribuire in qualche misura alla disparità di sesso tra donne e uomini che dichiarano di soffrire di intolleranza chimica, che è due volte più comune nelle donne, con gli uomini che potenzialmente sono sottodiagnosticati e si astengono dal cercare aiuto”.
Riferimenti
- Gibson, P. R. (1997). Multiple chemical sensitivity, culture and delegitimization: A feminist analysis. Feminism & Psychology, 7(4), 475–493. https://journals.sagepub.com/doi/10.1177/0959353597074003
- Il Sole 24 Ore: Diritti, in soli 14 Paesi le donne hanno la piena parità. E l’Italia non è tra questi. 10 Maggio 2023 di Greta Ubbiali. https://alleyoop.ilsole24ore.com/2023/05/10/diritti-parita-italia/
- Quaderni del Ministero della Salute n. 26, aprile 2016. Il genere come determinante di salute. Lo sviluppo della medicina di genere per garantire equità e appropriatezza della cura. https://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_2490_allegato.pdf
- Ministero della Salute. Piano per l’applicazione e la diffusione della Medicina di Genere (in attuazione dell’articolo 3, comma 1, Legge 3/2018) Versione 6 maggio 2019. https://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_2860_allegato.pdf
- InGenere (rivista online) Perché le donne si ammalano di più di Claudio Bruno 21/01/2021. https://www.ingenere.it/articoli/perche-le-donne-si-ammalano-di-piu
- Fulvia Signani. La salute su misura. Medicina di genere non è medicina delle donne. Este Edition, 2013.
- Scienzainrete. La medicina di genere non è medicina delle donne. Daniela Patrucco 08/03/2014. https://www.scienzainrete.it/contenuto/articolo/daniela-patrucco-intervista-fulvia-signani/medicina-di-genere-non-e-medicina-dell
- Lillqvist, M., Claeson, AS., Zakrzewska, M. et al. Comparable responses to a wide range of olfactory stimulation in women and men. Sci Rep 13, 9059 (2023). https://doi.org/10.1038/s41598-023-35936-5
Multiple Chemical Sensitivity, Culture, and Delegitimization: A Feminist Analysis
Sensibilità chimica multipla, cultura e delegittimazione: Un'analisi femminista
Pamela Reed Gibson
James Madison University
Pamela Gibson, Ph.D. è una Professoressa-Assistente di Psicologia presso la James Madison University, Department of Psychology, Harrisonburg, Virginia, 22807 U.S.A. Phone: 540-568-6195
Abstract
La condizione indicata come sensibilità chimica multipla (MCS), danno chimico (CI), malattia ambientale (EI), malattia del ventesimo secolo, encefalopatia tossica, e altri nomi ha generato controversie perché le rivendicazioni delle vittime di danni da bassi livelli di sostanze chimiche nell'ambiente sono in contrasto con la credenza dominante riguardo la sicurezza di queste sostanze. La risposta della cultura tradizionale alle persone con MCS/CI ha interagito con il sessismo, è servita a delegittimare le vittime riducendo così il loro potere, ha ridotto il contesto in cui si trova la vittima (a causa dell'isolamento forzato), e ha messo in pericolo il lavoro e le relazioni. Questo articolo analizzerà la situazione della persona chimicamente danneggiata e la risposta della cultura generale vista da una prospettiva femminista, e tratterà la delegittimazione culturale come processo utilizzato da parte della comunità dei prodotti chimici per neutralizzare il messaggio trasmesso dalla persona con MCS/CI, vale a dire che l'ambiente non è sicuro per lei/lui e, per estensione, anche per gli altri