I PFAS vengono utilizzati nei prodotti di consumo fin dagli anni '40. Si tratta di sostanze estremamente persistenti, che si accumulano nell’ambiente e, in alcuni casi, anche nel nostro organismo.
Forse non ne avete mai sentito parlare, ma sicuramente siete entrati in contatto con le sostanze perfluoroalchiliche (PFAS), sono composti chimici utilizzati in campo industriale per la loro capacità di rendere i prodotti impermeabili all’acqua e ai grassi, abbreviate con l'acronimo PFAS. Si tratta di sostanze chimiche artificiali così diffuse nell’industria e nella fabbricazione di prodotti di consumo che sono state rilevate persino nell’acqua piovana, nell’acqua potabile, nelle falde acquifere e, in alcuni casi, secondo studi di biomonitoraggio, anche nel sangue di cittadini europei e americani.
A queste sostanze sono associati gravi timori per la salute anche per il fatto che non si degradano nell’ambiente, andando a contaminare, ovunque vengano utilizzate, gli alimenti,
i mangimi e l’acqua potabile. I PFAS sono moltissimi – nella banca dati globale dell’OCSE ne sono elencati oltre 4700 – e tutti hanno in comune una persistenza
estremamente elevata. Anche se smettessimo di produrre queste sostanze domani, rimarrebbero in circolazione per generazioni, considerando che nessun’altra sostanza chimica artificiale permane
nell’ambiente tanto a lungo quanto i PFAS.
Le esposizioni a queste sostanze sono state collegate a cancro ai reni e ai testicoli, colesterolo elevato, colite ulcerosa, malattie della tiroide, danni al fegato, basso peso alla nascita, risposte immunitarie ridotte e altri impatti negativi.
Allora perché - dato che sappiamo che i PFAS sono dannosi - vengono ancora prodotti e utilizzati? E perché non ci proteggiamo da un'ulteriore esposizione eliminando o almeno riducendo alcuni usi?
Un gruppo di studiosi ha approfondito il problema. Juliane Glüge, Martin Scheringer e Gretta Goldenman sono ricercatori che studiano PFAS. Il loro lavoro è supportato dal Global PFAS Science Panel. I ricercatori hanno cercato ispirazione nel Protocollo di Montreal delle Nazioni Unite sulle sostanze che impoveriscono la definizione dello strato di ozono, l'idea chiave del protocollo di Montreal era infatti quella di eliminare gradualmente gli usi non essenziali delle sostanze che riducono lo strato di ozono.
A causa dell'estrema persistenza delle sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) e dei loro rischi associati, il Protocollo di Montreal sostiene la necessità di interromperne l'uso laddove
siano ritenute non essenziali o quando esistono alternative più sicure. Determinare quando l'uso dei PFAS ha una funzione essenziale nella società moderna e quando non lo ha, non è facile. È
possibile implementare una graduale eliminazione di molti usi dei PFAS perché non sono necessari per il miglioramento della società in termini di salute e sicurezza o perché sono attualmente
disponibili alternative che possono sostituire le funzionalità di questi prodotti o applicazioni. Alcuni usi specifici dei PFAS sarebbero considerati essenziali perché forniscono
funzioni vitali e sono attualmente privi di alternative valide. Tuttavia, questa essenzialità non dovrebbe essere considerata permanente; sono invece necessari sforzi costanti per cercare
alternative.
Quello che hanno scoperto i ricercatori è profondamente inquietante.
I PFAS sono utilizzati in quasi tutti i settori industriali e in una gamma di prodotti di consumo molto più ampia di quanto immaginassero. Complessivamente, hanno trovato PFAS in più di 200 categorie di utilizzo. Si conoscevano già i PFAS in schiume antincendio, refrigeranti, batterie agli ioni di litio, tappeti, tessuti impermeabili, cere da sci, contenitori di carta e cartone per fast food, forme per muffin, sacchetti per popcorn e filo interdentale. Ma ecco un elenco di alcuni dei prodotti di consumo e degli usi industriali meno noti che hanno trovato:
- Erba sintetica
- Munizioni
- Conservazione del libro
- Lubrificanti per biciclette
- Corde da arrampicata
- Lenti a contatto
- Cosmetici (lozione per il corpo, fondotinta, blush, trattamento cuticole, crema per gli occhi, matita per gli occhi, ombretto, mascara, rossetto, crema idratante, struccante, smalto per unghie, polvere, shampoo, creme per capelli, balsami, lacca per capelli, mousse per capelli, crema da barba , crema solare)
- Filtri per filtrare i vini
- Linee di pesca
- Rivestimenti per corde di chitarra e tasti di pianoforte
- Finestre delle serre
- Igienizzanti per le mani
- Telefoni cellulari (cavi isolati, circuiti stampati/semiconduttori, rivestimenti per schermi con fluoropolimeri resistenti alle impronte digitali)
- Packaging farmaceutico
- Celle fotovoltaiche
- Lubrificanti per accordatura di pianoforte
- Pesticidi utilizzati per limitare le zanzare
- Toner e inchiostro da stampa
- Bonifica del suolo
- Trattamento e purificazione dell'acqua
- Rivestimenti delle pale dei mulini a vento
"Ad esempio, dichiarano gli studiosi, eravamo consapevoli che un PFAS chiamato PTFE era ampiamente utilizzato nei lubrificanti. Abbiamo appreso che veniva commercializzato come additivo ad alte prestazioni nei lubrificanti per biciclette. Un piccolo produttore ci ha detto che il vantaggio in termini di prestazioni era marginale, ma avere PTFE sull'etichetta era considerato positivo dai consumatori. Non aggiungere PTFE (e non averlo sull'etichetta) sarebbe stato un rischio e avrebbero potuto perdere terreno rispetto ai concorrenti più grandi." In altre parole, questo uso non essenziale è sorto solo attraverso opportunità di mercato e non è stato guidato dalla performance.
Vogliamo davvero questa promessa fuorviante di alte prestazioni di una classe di sostanze chimiche che sappiamo avere un impatto sulla salute, incluso il nostro sistema immunitario, sapendo che durerà per sempre? Certamente no, e la via da seguire dovrebbe essere quella di regolamentare tutta la classe di PFAS.
Diversi paesi europei si stanno impegnando per sviluppare un regolamento che eliminerà tutti gli usi non essenziali dei PFAS all'interno dell'Unione Europea entro il 2030. Ma dobbiamo anche cambiare la percezione tra i consumatori, all'interno dell'industria e nei produttori di PFAS in tutti gli altri paesi.
Una panoramica degli usi delle sostanze polifluoroalchiliche (PFAS)
Abstract dello studio pubblicato
Le sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) destano preoccupazione a causa della loro elevata persistenza (o di quella dei loro prodotti di degradazione) e del loro impatto sulla salute umana e
ambientale, tra quelli che sono noti o possono essere dedotti da alcuni PFAS ben studiati. Attualmente, molti PFAS (dell'ordine di diverse migliaia) vengono utilizzati in un'ampia gamma di
applicazioni e non esiste una fonte completa di informazioni sulle tante singole sostanze e sulle loro funzioni in diverse applicazioni. Qui forniamo un'ampia panoramica di molte categorie
di utilizzo in cui sono stati impiegati PFAS e per quale funzione; specifichiamo anche quali PFAS sono stati utilizzati e discutiamo l'entità degli usi. Nonostante non sia esaustivo, il nostro
studio dimostra chiaramente che i PFAS sono utilizzati in quasi tutti i settori industriali e in molti prodotti di consumo. In totale, più di 200 categorie e sottocategorie d'uso sono
identificate per più di 1400 PFAS individuati. Oltre a categorie ben note come impregnazione tessile, schiuma antincendio e galvanica, le categorie d'uso identificate includono anche molte
categorie non descritte nella letteratura scientifica, tra cui PFAS in munizioni, corde da arrampicata, corde di chitarra, erba artificiale e bonifica del suolo. Discutiamo ulteriormente diverse
categorie di utilizzo che possono essere prioritarie per trovare alternative prive di PFAS. Oltre alla descrizione dettagliata delle categorie d'uso, il presente studio fornisce anche un elenco
dei PFAS identificati per categoria d'uso, comprese le loro masse esatte per futuri studi analitici volti a identificare PFAS aggiuntivi.
Importanza ambientale
Le sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) sono un ampio gruppo di oltre 4700 sostanze utilizzate in un'ampia gamma di applicazioni tecniche e prodotti di consumo. I rilasci di PFAS nell'ambiente hanno causato una contaminazione su larga scala in molti paesi. Per una gestione efficace del PFAS, è necessaria una panoramica delle aree di utilizzo, delle funzioni del PFAS in questi usi e dell'identità chimica del PFAS effettivamente utilizzato. Qui presentiamo una descrizione sistematica di oltre 200 usi di PFAS e delle singole sostanze associate a ciascuno di essi (oltre 1400 PFAS in totale). Questo ampio elenco di PFAS e dei loro usi intende supportare l'identificazione degli usi essenziali e non essenziali di PFAS.
Conclusioni
Il presente studio è il primo del suo genere a compilare sistematicamente un'ampia gamma di usi noti e scarsamente documentati di PFAS.
La compilazione non è esaustiva, ma dimostra comunque che i PFAS sono utilizzati in quasi tutti i settori industriali e in molti prodotti di consumo. Alcuni prodotti di consumo hanno anche più
applicazioni di PFAS all'interno dello stesso prodotto. Un telefono cellulare, ad esempio, può contenere cavi isolati con fluoropolimero, PFAS nelle schede dei circuiti/semiconduttori e uno
schermo rivestito con un fluoropolimero resistente alle impronte digitali. La ricerca di alternative è quindi un compito impegnativo e ampio ed è importante in tutte le categorie di utilizzo.
Tuttavia, ci sembra particolarmente critico sostituire i PFAA e i loro precursori nelle schiume antincendio, coadiuvanti tecnologici per la polimerizzazione di fluoropolimeri e nella protezione
superficiale di tessuti, abbigliamento, pelle, tappeti e carta. Gli idrofluorocarburi sembrano essere maggiormente utilizzati nell'industria elettronica e in macchinari e apparecchiature.
Sostituirli in queste categorie sarà quindi un compito importante ma impegnativo. La ricerca di alternative ai fluoropolimeri sarà importante nella produzione di plastica e gomma e nei
rivestimenti, pitture e vernici.
Un database corrispondente di valide alternative al PFAS sarebbe una logica progressione del presente studio. Sarebbe anche utile se le agenzie di protezione ambientale, ad esempio l'EPA statunitense, potessero creare una classifica degli usi dei PFAS (senza fornire i tonnellaggi) sulla base dei dati raccolti. Una classifica senza cifre esatte sarebbe comunque migliore della situazione attuale, in cui si conosce molto poco delle categorie di utilizzo quantitativamente più importanti dovute al CBI. La riforma TSCA negli Stati Uniti purtroppo non è riuscita a ridurre l'uso eccessivo di CBI da parte dell'industria. Da un lato, il CBI può proteggere l'attività di un settore specifico, ma dall'altro si traduce anche in una minore protezione per i consumatori, gli utenti e i lavoratori dalle sostanze chimiche. Persino gli enti preposti al controllo sono lasciati all'oscuro dei volumi, delle categorie d'uso e dei PFAS utilizzati.